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MILANO FINANZA: SRI Group sempre più leader nel Corporate Investment Banking per le PMI Italiane

By 27 Febbraio 2023No Comments

Milano Finanza intervista Giulio Gallazzi, Fondatore e CEO di SRI Group

Le piccole e medie imprese costituiscono il 99% del tessuto produttivo europeo e sono responsabili per il 90% del PIL Italiano. “Il contributo alla ricchezza delle PMI, il loro radicamento nel territorio e la capacità di creare lavoro non possono essere sottovalutati” spiega Giulio Gallazzi, Fondatore e CEO di SRI Group, fra le principali Corporate Investment Bank indipendenti per le PMI europee. Nel corso del 2022, SRI Group ha agito da advisor in 12 operazioni, assistendo otto venditori e quattro compratori. Gallazzi è del resto convinto che la finanza sia indispensabile per assicurare alle PMI “stabilità,sostenibilità e prospettive di crescita in questa fase di incertezza”.

Domanda. Come stanno affrontando le pmi italiane lo stato di “permacrisi”?
Risposta. La Maggior parte ha superato bene la selezione ‘darwiniana’ imposta dagli effetti diretti e indiretti della pandemia. Il conflitto in corso ha poi portato il caro energia e l’inflazione che hanno stravolto i costi e le forniture di fattori produttivi primari quali materie prime e semilavorati. Buona parte delle pmi sta comunque affrontando le difficoltà con scelte coraggiose.

D. Quali?
R. La guerra ha frenato le aspettative di crescita post-Covid e riportato l’aspro sapore dell’incertezza nelle previsioni di breve e medio termine. Le dimensioni ridotte e la flessibilità aiutano senz’altro le pmi a reinventarsi e adattarsi rapidamente al mutevole contesto di mercato. Spesso, però, queste aziende non hanno le risorse umane, finanziarie e creditizie di cui dispongono i grandi gruppi e che sono cruciali
quando “il gioco si fa duro”.

D. Dove possono trovarle?
R. Il contesto attuale sta mettendo in discussione i processi operativi e decisionali delle aziende, incluse le scelte gestionali e straordinarie in materia finanziaria. Le operazioni di m&a sono uno strumento indispensabile per trovare le energie necessarie a rinnovarsi radicalmente e a cogliere una nuova fase di crescita, che potrebbe essere la più significativa degli ultimi 20 anni.

D. Chi sostiene l’M&A?
R. Riscontriamo crescente attenzione sia dagli investitori industriali, interessati al consolidamento e alle sinergie, sia dagli investitori finanziari, che si offrono di rafforzare le capacità innovative delle pmi o come partner perla ristrutturazione del debito. Secondo le nostre analisi, del resto, il 63% delle 453 operazioni di private equity concluse nel 2022 ha riguardato pmi con un fatturato fino a 100 milioni. E il 68% di queste transazioni ha coinvolto la cessione della maggioranza o dell’intero capitale dell’azienda.

D. Perché tanto interesse?
R. La maggior parto delle pmi italiane è a conduzione familiare. Queste aziende hanno dato prova di straordinaria resilienza negli ultimi tre anni: si sono dimostrate più solide sul piano dello sviluppo del fatturato e della redditività, nonché più efficienti a livello operativo di molti grandi gruppi. In generale, negli ultimi dieci anni le pmi familiari si sono rafforzate patrimonialmente, riducendo la rilevanza della sotto capitalizzazione strutturale. Merito sia del passaggio generazionale sia della caratteristica gestione prudenziale, che ha consentito di immagazzinare risorse utili ad affrontare le crisi.

D. Da quali Paesi ‘provengono li investitori?
R. I capitali provengono soprattutto da Stati Uniti, Germania e Francia, mentre il contributo della Cina è sceso di oltre il 50%. Rispetto alla dimensione e alla rilevanza dell’economia italiana, però, gli investimenti diretti esteri pssono crescere ancora molto. Sarà fondamentale intervenire su alcuni ostacoli di sistema, legati perlopiù all’incertezza regolatoria e ai tempi della giustizia. Siamo sulla buona strada, ma governo, aziende e persone devono collaborare per mantenere la fiducia e la credibilità del Paese. L’impiego dei fondi del Pnrr è un banco di prova per l’Italia agli occhi degli investitori internazionali.

D. La borsa è adatta alle pmi?
R. Il mercato Egm offre procedure semplificate, con minori requisiti d’ammissione e minori adempimenti informativi post quotazione. I dati del 2022, chiuso con 26 ipo e 899 milioni di raccolta, dimostrano che un numero crescente di pmi considera la borsa un’opzione percorribile e a portata di mano per migliorare la competitività, finanziare progetti di crescita dimensionale o internazionale, migliorare la governance e aumentare la credibilità sul mercato. Il processo di quotazione presuppone però una forte motivazione strategica dell’’imprenditore: è necessario un piano industriale chiaro, attuabile e sostenibile.